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17.01.2018 - 13:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

"UDC, finalmente!" Numes e un'iniziativa a doppio taglio. "Pericolosa per la Svizzera, ma se passasse bisognerà discutere su un'adesione all'UE"

Il Nuovo movimento europeo svizzero, come Modenini e Cattaneo, ritiene che un sì alle urne farebbe cadere i bilaterali. "La combatteremo, ma in ogni caso permetterà di chiarire la politica europea: se vincerà il no, i rapporti con l'UE si svilupperanno, sennò ci sarà un nuovo orientamento: e l'adesione..."

BERNA – Ieri era il grande giorno per l’UDC, che ha lanciato un’iniziativa che certamente farà tanto rumore e provocherà tante discussioni: l’obiettivo è disdire la libera circolazione delle persone, dopo la delusione della legge di applicazione del 9 febbraio.

Cosa accadrà in caso di sì? La preoccupazione si è già fatta strada fra le parti padronali, con Stefano Modenini di AITI che ha sostenuto che sia un autogol, convinto che cadrebbero tutti gli accordi bilaterali. Della stessa opinione è Rocco Cattaneo, del PLR (vedi suggeriti), che ritiene che i bilaterali siano stati un compromesso che sinora ha retto, ma che avranno una fine con un voto positivo, per cui si dovrà arrivare a entrare nell’UE oppure a isolarsi.

Il Nuovo movimento europeo svizzero (Numes) ritiene che l’UDC “con questa iniziativa, essa prende finalmente posizione: vuole mettere fine sia alla libera circolazione delle persone sia ai trattati bilaterali che legano la Svizzera all’Unione europea”. L’associazione è contraria, d’altro canto intravvede l’ccasione per discutere dei rapporti con l’UE: un cambiamento ci sarà, in ogni caso.

“Con la sua iniziativa contro la libera circolazione delle persone (LCP), l’Unione democratica di centro (UDC) ha deciso di mettere fine alla via bilaterale. Ciò rappresenterebbe per il nostro paese un’evoluzione fra le più dannose e pericolose, ed è per questa ragione che il Nuovo movimento europeo svizzero (Numes) si impegnerà contro questa iniziativa”, si legge in una nota.

“D’altro canto, Numes si felicita del fatto che questa iniziativa permetta finalmente di chiarire la politica europea. Se l’iniziativa sarà respinta, le relazioni tra la Svizzera e l’Unione europea (UE) dovranno svilupparsi. Sennò, la via bilaterale verrà interrotta e ciò implicherà un nuovo orientamento di quest’ultime. Numes promuove quindi da oggi una discussione aperta e fattuale sulle alternative possibili, e in particolare sulla questione dell’adesione della Svizzera all’UE”.

“Noi ci rallegriamo che questa iniziativa che vuole la fine della LCP, che l’UDC ci promette da lustri e che per lungo tempo non è stata altro se non un proclama ad effetto, sia infine stata lanciata", non manca la frecciatina da parte del copresidente François Cherix.  

"Numes combatterà vittoriosamente questa iniziativa: una sua accettazione avrebbe conseguenze negative durature per il nostro paese. Tuttavia, con la fine della LCP e, di conseguenza, quella dei trattati bilaterali, la discussione sull’adesione all’UE diverrebbe pure molto più pertinente, e di ciò ci compiacciamo”, aggiunge. 
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