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29.08.2018 - 17:470

Badaracco, "troveremo delle soluzioni. Ma se dicessero no non saremmo noi dalla parte del torto"

Il Municipale parla del futuro degli autogestiti, dopo il messaggio sull'ex Macello. "Vorremmo risolvere questo tema una volta per tutte"

LUGANO – Un progetto sicuramente accattivante, un concorso di architettura per trovare chi potrà realizzarlo, la volontà di sistemare e rendere fruibile per tutti l’area dell’ex Macello. Il Municipio di Lugano ha licenziato un messaggio importante, nel testo non si parla direttamente dei Molinari, ma si spiega che nessuna parte sarà autogestita. Dunque, dovranno, in qualche modo, andar via. Come? Quando? 

Un problema di cui è cosciente il Municipale Roberto Badaracco.

Nel vostro messaggio dite chiaramente che non sono previste parti autogestite, per cui dovranno lasciare l’ex Macello, corretto?
“L’autogestione in effetti non è prevista, come avevamo detto qualche mese fa parlando del progetto. Ora aprendo il concorso di architettura l’abbiamo ribadito. I tempi non sono comunque immediati, ci vorranno un po’ di anni perché la procedura dopo il concorso prevede il credito di progettazione, quello di costruzione e infine l’edificazione vera e propria. Il progetto vuole una ristrutturazione completa degli spazi, con destinazioni anche molto particolari, diventa uno spazio di tutti e non dato ai Molinari in modo esclusivo. Il fatto che l’autogestione non avrà posto lì non vorrà dire che non vorremmo trovare una soluzione per loro”.

Avete pensato a qualcosa di alternativo, a come dialogare con loro, oppure è un tema su cui, visto che parlava di tempi lunghi, vi chinerete più avanti?
“Stiamo già vagliando spazi alternativi. Secondo noi non si può prescindere dal coinvolgimento del Cantone, dato che esiste una legge cantonale sui giovani che regola l’autogestione. L’impegno di avere dei centri autogestiti è del Cantone, che ci dà anche una mano finanziariamente per quel che riguarda il contributo spese al Macello per questo tipo di autogestione un po’ particolare e contestata come quella dei Molinari. Loro condividono il principio di trovare un altro luogo”.

Dubito però che i Molinari la pensino così…
“Questa è una discussione che va avanti da tanto tempo. Loro pretendono di rimanere lì ma il progetto che abbiamo rivaluta tutto il comparto, lo valorizza, lo bonifica, se si può dire così, vorremmo arrivare a continuare con la nostra idea, che è bella, accattivante e interessante e risolvere una volta per tutte il tema dell’autogestione”.

Immagino inizierete col dialogo e che la soluzione estrema sia lo sgombero coatto, vero?
“Nessuno lo vuole, è proprio l’ultima ratio, la cosa peggiore da mettere in atto da parte delle autorità. Giuridicamente abbiamo approfondito la materia e siamo giunti alla conclusione che esiste un contratto che è stato stipulato tra il Cantone e la Città e l’associazione autogestita del Molino, una specie di comodato che dava la possibilità di rimanere lì. Daremo disdetta del contratto e avranno tutti i mezzi per contrastarlo. L’idea non è di mandarli via bensì di sentirli, possibilmente avere un interlocutore con cui discutere, aperto a trovare delle soluzioni. Faremo delle proposte, certo che diventerebbe complicato se noi ne avessimo di concrete e loro le rifiutassero. Il timore è quello, però con la mano sul cuore credo che se l’ente pubblico ha fatto il suo lavoro e dice che il progetto valorizza tutto l’ex Macello e non solo una parte, peraltro disastrata, non fruibile al 100% e non ristrutturata, è comprensibile a tutti che se diamo un’alternativa valida e loro dicono no non siamo noi dalla parte del torto”.

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