di Don Gianfranco Feliciani *

L’amico Pierino non demorde con le sue osservazioni critiche, offrendomi così l’opportunità di approfondire sempre ogni argomento e di non dare mai nulla per scontato. «Non capisco questo Anno Santo: forse che gli altri anni sono meno santi di questo? E cosa significa questa amnistia generale dell’indulgenza plenaria legata al Giubileo? Forse che prima e dopo i Giubilei non c’è più perdono plenario e completo da parte del buon Dio?».

A proposito dell’indulgenza plenaria, il «Catechismo della Chiesa Cattolica» al n. 1471, così spiega: «L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa; remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi.

L’indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati». Apriti cielo! Naturalmente risparmio all’amico Pierino questa «spiegazione» arzigogolata e obsoleta e cerco di concentrarmi sull’essenziale. Il tempo umano non è un vano dissolversi di giorni e di anni nel vortice del nulla, bensì un percorso che conduce la storia a un approdo di salvezza. La vita dell’uomo diventa un tempo di speranza, perché l’Eterno ha fatto irruzione nel tempo. Se la salvezza di Dio si è pienamente compiuta in Gesù, nato, morto e risorto, allora possiamo dire che ogni anno è un Anno Santo, che la sua Misericordia è sempre una Indulgenza Plenaria (e mai parziale), e che la Porta del suo cuore è sempre aperta.

È straordinario sapere che ogni istante del tempo è un istante d’amore da parte di Dio per noi. Ma chiediamoci: quando però ne avvertiamo pienamente l’incanto? Insomma, l’amore di Dio è sempre plenario, ma l’apertura del nostro cuore non sempre lo è. Sta precisamente qui il senso della pedagogia ecclesiale riguardante l’Anno Santo e l’Indulgenza Plenaria.

L’amico Pierino mi parla del suo 50° di matrimonio e mi confessa di avvertire in questa fatidica ricorrenza, con una lucidità e una commozione mai provate prima, il mistero della vita, la gioia dell’intimità familiare, il calore dell’amicizia, e soprattutto la fortuna della storia d’amore vissuta con la meravigliosa compagna della sua vita. In questo preciso momento del tempo a Pierino è dato di assaporare, con stupore nuovo, delle realtà che l’hanno accompagnato da sempre, ma che solo ora è in grado di considerare in tutta la loro bellezza. Anche l’Anno Santo è così!