Che bellissimo regalo ci ha fatto mercoledì sera su Rai1 con il suo monologo sulla figura dell’apostolo

di Don Gianfranco Feliciani
Che bellissimo regalo ci ha fatto Roberto Benigni mercoledì sera su Rai1 con il suo monologo sulla figura dell’apostolo “San Pietro, un uomo nel vento”! Immerso nella bellezza dei giardini vaticani, a due passi dalla Basilica di San Pietro, costruita sulla tomba del primo degli apostoli di Cristo, ancora una volta questo piccolo uomo ha saputo illustrare e farci gustare la grande bellezza della fede, della poesia, dell’arte, di tutto ciò che di più nobile ed esaltante l’uomo è capace di far scaturire dal suo cuore.
Ciò che colpisce in questo originale e dirompente poeta del nostro tempo è soprattutto la straordinaria forza comunicativa. Non sorprende, dunque, che l’esibizione abbia raggiunto un picco di ascolti attorno ai quattro milioni di telespettatori, un risultato davvero non comune. Personalmente – e mi accade di rado – ammetto di essere rimasto letteralmente incollato allo schermo per tutta la durata dell’esposizione, ben due ore senza pause, mentre un senso di letizia dal sapore tipicamente francescano mi invadeva l’anima.
Lo stile narrativo di Benigni mi sembra proprio di definirlo “francescano”. Colpisce il suo discostarsi dal linguaggio tradizionale e spesso ingessato delle chiese per assumere invece quello comune, quotidiano ma mai banale, della gente; il suo sorvolare disinvolto – senza disprezzare né contraddire il rigore dell’approccio esegetico – per illustrare con briosa immediatezza, “sine glossa”, il significato essenziale del testo sacro; il suo andare dritto e sicuro, in modo insieme sbarazzino e serio, al cuore stesso della rivelazione biblica: l’immensa e inaudita novità dell’Amore di Dio per noi. Tutto ciò mi ha fatto trasalire di commozione e di gioia.
Ho pensato istintivamente all’esortazione rivolta da San Francesco d’Assisi ai suoi frati: “Chi sono i servi di Dio? Sono i suoi giullari, che devono sollevare il cuore degli uomini e muoverli a letizia spirituale!”.