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02.07.2017 - 12:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

La rabbia di Renzetti. "Tramezzani gioca sporco, il suo è mobbing verso i nostri giocatori. Ma non mi fermerò"

Il presidente furibondo con l'ex tecnico, che gli ha portato via un paio di obiettivi di mercato, oltre a buona parte dello staff tecnico, e ora fa pressione su alcuni bianconeri. "Io non gli ho dato problemi quando è voluto andare via..."

LUGANO - Angelo Renzetti, presidente del Lugano, si sa, è personaggio focoso. Vive con grande trasporto le vicende della sua squadra, con cui ha un legame viscerale. Lo dimostrano le scelte, a volte di pancia, prese da tifoso, con sempre il bene collettivo di fronte. Renzetti è un generoso per definizione, e questa volta, in modo particolare, si sente preso in giro e raggirato.
 
Da chi? Da colui che volle a tutti i costi sulla panchina bianconera a inizio anno, convinto che con Manzo non si potesse andare avanti. Paolo Tramezzani arrivò fra lo scetticismo generale, salì alla ribalta portando i giocatori in fabbrica una mattina poco dopo l'alba, ma poi i risultati sono arrivati, con la qualificazione in Europa League, risultato difficile anche solo da sognare a inizio campionato.
 
I festeggiamenti, poi lo strappo, che era già in corso, se è vero che Tramezzani da settimane non parlava con la stampa. Il tecnico ha lasciato, nonostante altri due anni di contratto, Lugano e la possibilità di giocare quell'Europa conquistata, per andare a Sion. Legittimo, per carità, nel calcio odierno ci sta tutto, anche se oggettivamente peccato. Renzetti è stato un signore a lasciarlo andare: furbescamente ha capito che trattenerlo a forza sarebbe stato controproducente per tutto l'ambiente, ma avrebbe potuto quanto meno chiedere un indennizzo, al tecnico stesso o al Sion.
 
Non l'ha fatto, ora è furibondo. Tramezzano a suo dire sta giocando sporco. Non solo si è accaparrato alcuni calciatori che anche il Lugano, con lui ancora in panchina, voleva, da Schneuwly a Dimarco a, prevede Renzetti, Cümart, "perché a Sion gli daranno il doppio dello stipendio".
 
Ciò che più fa infuriare Renzetti è che Tramezzani stia cercando di convincere alcuni calciatori del Lugano a seguirlo a Sion, dopo aver portato con sé buona parte dello staff tecnico. Prima è toccato a Mariani, ora è la volta di Dragan Mihajlovic. "Sta giocando sporco, li chiama dieci volte al giorno, promettendo loro il paradso", sbotta Renzetti.
 
Lo aveva detto nei giorni scorsi, lo ha ribadito dalle colonne del Caffé. Sono pressioni inaccettabili che mettono in agitazione tutto l’ambiente. Perché i ragazzi ovviamente sono attratti da proposte, ad esempio, di raddoppio di stipendio. E alla fine si allenano male, al di sotto delle aspettative". Per lui tutto ciò ha un nome: mobbing.
 
"Il suo atteggiamento mi delude, io non gli ho creato problemi quando ha voluto andare via. Ma non mi fermerò", promette. Infatti il presidente ha deciso di porre il problema davanti alla Swiss Football League. "Perché questo malandazzo sul mercato dei calciatori è un leitmotiv già da qualche anno. È sempre più una giungla. L’anno scorso abbiamo avuto problemi di questo tipo con il Grasshopper, adesso li abbiamo con il Sion… Se ad una società interessa un calciatore sotto contratto con un’altra società, dovrebbe rivolgersi ai dirigenti del club, non direttamente ai giocatori con l’obiettivo di creare problemi. Sono giochi sporchi che proprio non mi piacciono".
 
Giochi sporchi, appunto, di un calcio che appassiona ma che a volte mostra la sua faccia meno gradevole. Quella che sta utilizzando, in questo momento, Paolo Tramezzani. Il Lugano, sedotto e abbadonato, rischia di essere pure beffato.
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