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Cronaca
27.07.2018 - 17:460

Il PD contro la nomina di Foa, l'Espresso rilancia e il Corriere della Sera...

Prime reazioni in Italia. "Spartizione della Rai fra Lega e M5S", dice il PD. Gentiloni: "un sovranista alla presidenza della Rai?"

ROMA – Soprattutto dall’Italia stanno arrivando diverse reazione alla nomina di Marcello Foa alla testa della Rai. Assieme a lui come amministratore delegato è stato scelto l'ex manager di Sky e La7 Fabrizio Salini.

Per parecchi, una sorta di spartizione politica. “Non è stata fatta nessuna nomina di garanzia: Salvini e Di Maio vanno contro la legge e militarizzano la Rai con una spartizione senza precedenti. Tria e Conte non pervenuti. Il Pd voterà contro e farà battaglia dura con tutti i mezzi disponibili per difendere l’indipendenza dell’informazione”, ha detto Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, del PD. “Foa è un fedelissimo di Salvini, mentre Salini è stato l’ad de La7 nel momento in cui la tv di Cairo si è trasformata in un lungo talk-show filo M5s contro Renzi e il Pd. Vogliono asservire il servizio pubblico alla loro lottizzazione selvaggia”.

"In Rai” scrive su Twitter il segretario del Pd Maurizio Martina “va in onda la spartizione tra Lega e Cinque Stelle. La legge prevede maggioranza 2/3 per Presidente di garanzia: per le poltrone calpestano anche le regole. Pronti a opposizione durissima",

Molto critico e ironico l’ex presidente del Consiglio (e anche ex ministro per le Telecomunicazioni) Paolo Gentiloni: “Un sovranista indicato per la presidenza Rai Usciremo dall’Eurovisione?”

Ovviamente a favore il M5S. Primo Di Nicola, vicepresidente della commissione di Vigilanza, afferma come Salini e Foa sono “nomi di altissimo profilo per cambiare finalmente passo nella gestione del servizio pubblico. Si tratta di professionisti che saranno sicuramente in grado di svecchiare la Rai e liberarla dalle dinamiche che l’hanno resa un carrozzone appesantito e mal gestito. Sono convinto che la Commissione di Vigilanza saprà apprezzare scelte di tale calibro: uomini di comunicazione di respiro internazionale e, soprattutto, lontani dalla politica”. Quest’ultima era una delle caratteristiche indicate da Di Maio come fra le più importanti.

Foa è lontano dalla politica? Era stato l’Espresso a chiamarlo “sovranista” alcune settimane fa, in un’inchiesta che ha fatto molto arrabbiare Marcello Foa, il quale ha sporto denuncia. Oggi il sito Internet de L’Espresso rilancia. “L'inchiesta partiva da Sestu, vicino a Cagliari, dove ci sono gli uffici della Moving Fast Media, società da cui dipende il sito di news “Silenzi e Falsità” che dichiara l’ambizioso obiettivo di raccontare “quello che i media non dicono”. La linea politica del sito è chiara. Pieno appoggio al governo Conte e titoli enfatici per attaccare quelli che vengono descritti come i nemici dell’esecutivo, partiti o giornali”, si legge oggi.

“A tirare le fila dell’iniziativa è Marcello Dettori, 28 anni, fratello di Pietro, classe 1986, a lungo collaboratore di Gianroberto Casaleggio e poi di suo figlio Davide, oggi uno dei quattro soci della piattaforma Rousseau. Anche Marcello Dettori, il gestore di Silenzi e Falsità, ha lavorato due anni (da ottobre 2013 a dicembre 2015) alla Casaleggio associati”, prosegue l’articolo, non dicendo comunque nulla che non fosse già stato pubblicato. Come il fatto che Dettori abbia fra i clienti la MediaTi Holding, arrivando così a Foa.
“Foa non ha mai nascosto il suo sostegno a Salvini, mentre sul fronte Cinque Stelle i legami con Dettori junior si sono consolidati nel tempo. Il sito Silenzi e Falsità ospita spesso interventi del giornalista italo-svizzero. Sulla sua pagina Facebook, il manager del Corriere del Ticino non manca mai di segnalare anche i suoi interventi da opinionista per Russia Today, la tv via satellite in lingua inglese controllata dal governo di Mosca”, si legge ancora. 

"Foa conosce bene Salvini. Il 14 giugno scorso, l’ultimo libro di del giornalista (“Gli stregoni della notizia, atto secondo”) è stato presentato a Milano e il ministro dell’Interno, annunciato come “special guest”, si è materializzato con un videointervento. L’incontro pubblico è stato organizzato, secondo quanto recita la locandina, dall’Associazione Più Voci, la stessa che, come rivelato da L’Espresso , ha ricevuto un contributo non dichiarato di 250 mila euro dal costruttore Luca Parnasi, arrestato tre settimane fa”, e viene citato l’ormai famoso incontro di Steve Bannon con Salvini, a cui era presente. 

“Molto attivo anche sui social, il neo presidente dell’azienda di viale Mazzini si distingue per le sue posizioni critiche in tema di immigrazione. Pochi giorni fa aveva rilanciato anche il tweet di Francesca Totolo, vicina all’estrema destra, in cui si sosteneva che la vicenda di Josephine, la migrante «dalle unghie laccate» fosse una bufala. Sospetto, poi smentito dai fatti”, scrive invece di Foa il Corriere della Sera.

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