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09.10.2019 - 14:190
Aggiornamento: 15:22

Crotta attacca ancora: "Chi ha girato quel servizio non sa cosa vuol dire far lavorare 40 persone. Per loro non avevo rabbia ma compassione"

Enzo Crotta non ha ancora letto le motivazioni del decreto di non luogo a procedere contro i giornalisti di Patti Chiari. "Sapevo che avevo ragione, non avevo niente da nascondere. Agli operai che hanno truccato le foto dico che..."

MUZZANO – Enzo Crotta, quando lo raggiungiamo al telefono, è uscito da poco dall’ospedale. “Ho visto che c’è gente che sta peggio di me”, ci dice. Non ha ancora letto nulla in merito al decreto di non luogo a procedere contro i giornalisti che realizzarono il servizio che determinò l’inizio della fine per la sua azienda, ormai due anni e mezzo fa. Gli hanno riferito, però, di quanto deciso, delle critiche che la Procuratrice Pubblica non ha risparmiato alla RSI.

“Sapevo già come poteva andare a finire. Ero consapevole di essere nel giusto!”, ci dice. “L’unica cosa che a me dispiace è che dopo 60 anni di lavoro, visto che a 5-6 anni cominciavamo a mungere mucche e capre, sono stato trattato così malamente e ingiustamente, non è stato corretto. Inoltre da gente (cita Fanciola e Mammone, ndr) non della categoria, ovvero persone non esperte in materia, non conoscitori né di insalate né di come si fa a dar da lavorare a 40 persone fisse e a 200 esterni che mi portavano la merce”. Insomma, sono fendenti, come sempre: non le ha mai mandate a dire, Crotta, e non lo fa nemmeno ora.

Quando gli chiediamo come si sente ora, a due anni e mezzo, nega di aver avuto rabbia. “Adesso ho compassione vero me stesso perché sono un po’ a corto di tutto, ma prima ne avevo più verso di loro. Poi avevo pensato ai miei 40 operai, a cui ho dovuto trovare un posto. Alcuni erano problematici, altri saranno andati a timbrare e altri ancora non so, penso abbiano dovuto rimpatriare. Le conseguenze sono state ampissime”.

Recrimina anche per i consigli del proprio avvocato (che poi ha cambiato): “Se mi avesse consigliato di non lasciar andare in onda il servizio… Ma io non avevo nulla da nascondere, il mio cuore era libero, per cui non trovavo giusto che non mandassero in onda il servizio. Non hanno lavorato con u giornalismo corretto. L’avevo visto prima della messa in onda? Sì, ma, e sarà anche registrato da qualche parte, avevo detto che quella ditta che facevano vedere non era la mia. Quei 7 operai che hanno fatto quanto fatto erano in assistenza: è più facile prendere i soldi e essere a casa a far niente, oppure essere a far disastri in un’azienda di nascosto che lavorare. Hanno eseguito dei fotomontaggi, ne sono certo, avevo un sacco di visite del laboratorio, anche europei, e non ho mai avuto alcun problema con nessuno.

“Non so nemmeno se andrò a leggere la sentenza”, ci confida. “Stamattina andando all’ospedale ho visto che c’è gente che sta peggio di me, dunque voglio lasciarmi tutto alle spalle”.

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