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Cronaca
29.03.2017 - 11:200
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

"Noi lesbiche, gay, bisex e transessuali abbiamo bisogno di tutti voi". Il Pride risponde al PPD, "un evento che riguarda tutti"

Gli organizzatori replicano all'interrogazione di ieri, " che ci rattrista. La Svizzera italiana ha bisogno del Pride per cambiare la società. Siamo i vostri compagni di scuola, vicini, cugini, colleghi".

LUGANO – Una manifestazione non di nicchia, perché interessa tutta la società. “Siamo i vostri compagni di scuola, vicini di pianerottolo, i vostri cugini, i vostri colleghi. Siamo il negoziante sotto casa, l’insegnante, il conducente del pullman che vi porta al lavoro. Abbiamo i vostri stessi doveri, paghiamo le stesse tasse, vi chiediamo di costruire insieme una società in cui nessuno – a scuola, per strada, al lavoro o su internet – si senta mai più legittimato a insultarci, picchiarci o discriminarci”, scrivono gli organizzatori del Gay Pride, che andrà in scena a Lugano nell’estate del prossimo anno.

Hanno inviato un comunicato in risposta all’interrogazione di ieri dei pipidini Boneff, Beretta-Piccoli e Petralli, che ha posto dubbi sulla sostenibilità finanziaria dell’evento (e qui, precisa nella nota l’organizzazione, non si vuole entrare nel merito), e sul fatto che il tipo di turisti attratti corrisponda al target di quelli che Lugano vuole durante quel periodo dell’anno.

“Ci rattrista la definizione di una «manifestazione folcloristica di nicchia, (...) controversa, (...) e estranea alle nostre tradizioni». Pride significa fierezza di essere quello che siamo e significa anche vincere la paura e la vergogna instillata da una società che incita ad escludere e a giudicare, che va a caccia di un nemico, di un capro espiatorio, una società che non vuole puntare al meglio per sé e per i cittadini che ne fanno parte, ma che nutre la diffidenza, le divisioni. In tutte le città più importanti Svizzere, europee e del mondo si svolge il Pride: Lugano crediamo non sia da meno. Il Pride non è una manifestazione di nicchia, è una manifestazione per tutti, perché i diritti LGBT sono diritti umani e di conseguenza diritti di tutte e tutti, anche delle persone eterosessuali che spesso marciano per l’eguaglianza di tutti i cittadini e le cittadine”, si legge nella nota.

Tutti insieme contro le discriminazioni, come successo in passato. “Le cose per gli afroamericani degli Stati Uniti sono iniziate a cambiare quando i bianchi sono scesi in piazza al loro fianco, per le donne la parità ha smesso di essere un miraggio solo quando anche gli uomini – mariti, padri, amici, fratelli – hanno iniziato a sostenere l’emancipazione femminile. Oggi noi lesbiche, gay, bisex, transessuali della Svizzera italiana abbiamo bisogno di tutti i cittadini e delle istituzioni. È una questione di rispetto, di uguaglianza, di diritti umani”.

Sono convinti, gli organizzatori: “la Svizzera italiana ha bisogno di questo Pride per cambiare la società. Una società più giusta renderebbe più bella e serena la vita di tutti, la vostra, quella delle persone che vi circondano, quella dei vostri figli. E se mai i vostri figli dovessero rivelarsi omosessuali, bisessuali o transessuali, allora questo Pride e tutti quelli che ovunque seguiranno, riguarderebbero anche loro. Il Pride è un’importante esperienza di vita, un esempio di manifestazione pacifica, allegra, festosa, di impegno civile per costruire una società migliore”.

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