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Cronaca
07.05.2018 - 14:500
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Detto fatto: arriva l'interpellanza UDC sul rosario. La PolCom pareva non essere contraria, la manifestazione sarebbe durata un'oretta, con una statua della Madonna di Fatima

Bühler, Bassi e Galeazzi chiedono lumi al Municipio: "ci sono informazioni che non sappiamo che hanno portato a decidere per il no? Esprime dissenso verso il Gay Pride è per voi lesivo dei diritti fondamentali altrui? Non pensa di avere due pesi e due misure, vedi proteste non autorizzate della sinistra?"

LUGANO – L’avevano preannunciata, ed è arrivata: l’UDC luganese inoltra un’interpellanza in merito al rosario che l’Associazione Helvetia Christiana voleva svolgere in occasione (o quanto meno, nelle vicinanze) del Gay Pride, negato dal Comune di Lugano.

Bühler, Bassi e Galeazzi precisano subito di non entrare nel merito delle “tifoserie” dell’una o dell’altra parte. “Non è intenzione dei sottoscritti entrare in una o l’altra tifoseria in merito al dibattito attorno al Gay Pride, manifestazione a cui va riconosciuto il diritto di aver luogo, come ai suoi partecipanti va riconosciuto e rispettato il diritto d’opinione che la nostra Costituzione federale sancisce e garantisce a tutti i cittadini. Diritti che il Municipio parrebbe aver negato ad un’Associazione poggiando la sua tesi su basi soggettive anziché oggettive come la prassi richiederebbe di trattare simili questioni, venendo meno al principio di buona fede che lo Stato è chiamato a garantire a ogni cittadino. L’associazione dichiara obbiettivi leciti, dichiara di volerli raggiungere con mezzi altrettanto leciti e pacifici, come una preghiera e, sinora, non ci risulta che vi siano pendenze o precedenti che dimostrino che essa rappresenti un problema d’ordine pubblico o abbia leso i diritti fondamentali altrui”, si legge.

L’UDC ne fa, appunto, una questione di diritti. E svela qualcosa in più su come è avvenuta la richiesta da parte dell’associazione che, viene precisato, ha già svolto una manifestazione simile a Lucerna. “In data 28 dicembre la sezione amministrativa della Polizia Comunale (PolCom) invitava il Signor Giglio a contattare telefonicamente un funzionario. Il mese seguente, sono intercorse alcune telefonate tra l’Associazione e il funzionario della PolCom al fine di chiarire i contorni di questa manifestazione pubblica, nella fattispecie, secondo quanto dichiarato dal Signor Giglio, sarebbe stato annunciato un gruppo di 15/20 persone che avrebbe recitato un rosario pubblico senza l’ausilio di palchi, bancarelle o pulpiti, ma solo di una statua della Madonna di Fatima a cui la preghiera sarebbe stata rivolta. Tempo totale della manifestazione: 60 minuti circa”, si legge nel testo.

Il funzionario di Polizia riteneva che non ci sarebbe stato nulla in contrario, ma specificava che la decisione sarebbe stata del Municipio. Essa arrivava, dopo un’altra email di sollecitazione e di richiesta spiegazioni sui tempi lunghi, da parte di Giglio, il 2 maggio. Un no, come sappiamo.
I tre interpellanti citano gli articoli costituzionali 9, 15 e 16, rispettivamente “Protezione dall'arbitrio e tutela della buona fede”, “Libertà di credo e di coscienza” e “Libertà d'opinione e d'informazione”, e pongono una serie di domande:

"1) Quali sono gli interessi in gioco che il Municipio ha soppesato per negare l’autorizzazione di un pacifico rosario su suolo pubblico?

2) Quali le motivazioni che hanno portato l’Esecutivo a respingere la sopraccitata richiesta?

3) Quali minacce all’ordine pubblico ha intravisto il Municipio nella recitazione di un rosario su suolo pubblico?

4) La dichiarata disponibilità dell’Associazione a concordare con le Autorità la data, l’ora e il luogo è stata presa in considerazione dal Municipio ai della decisione?

5) Il Municipio non reputa di essersi spinto arbitrariamente oltre nella espressione di giudizi di parte nei confronti dell’Associazione, venendo meno al principio di buona fede sancito dalla Costituzione?
Vi sono ulteriori informazioni, al pubblico sconosciute, che hanno fatto sì che il Municipio propendesse verso la non concessione dell’Autorizzazione? Se si, quali informazioni?

6) Il Municipio ritiene che la difesa dei valori cristiani nella nostra società sia un obiettivo di stampo estremista e lesivo dei diritti fondamentali altrui?

7) Il Municipio ritiene che esprimere dissenso nei confronti di una manifestazione come il corteo del Gay Pride (non le restanti manifestazioni in programma), ritenendolo indecoroso e sopra le righe, sia un atto lesivo dei diritti fondamentali altrui?

8) In merito alla “parità di trattamento” ventilata nella decisione, a quali richieste simili si riferisce il Municipio? Si tratta di richieste provenienti da fedi ufficialmente riconosciute dallo Stato, come la religione cattolica-romana?

9) Il Municipio non ritiene di utilizzare due pesi e due misure nel trattamento delle manifestazioni cittadine quando tollera le proteste non autorizzate da parte degli ambienti di estrema sinistra, con annessi atti illeciti contro beni pubblici e privati o i nostri rappresentanti dell’ordine, mentre nega un’autorizzazione regolarmente richiesta per un pacifico atto di preghiera sulla pubblica piazza?"
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