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05.05.2018 - 20:170
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Un rosario contro il Gay Pride, il Municipio di Lugano dice no. Helvetia Christiana, "è cristianofobia". Scende in campo l'UDC

L'associazione aveva chiesto di poter "manifestare contro un evento che va contro il senso del rispetto, si vedono scene poco morali a cui assistono anche bambini". Borradori: "sulla base degli interessi in gioco, abbiamo detto no". Bühler pronto a interpellare il Municipio

LUGANO – Se sia più clamoroso voler recitare un rosario contro il Gay Pride, oppure che la Città dica no, non lo sappiamo. In ogni caso, i fatti sono questi: a Lugano si terrà la settimana del Pride, dell’orgoglio LGTB, con diverse manifestazioni e con il clou nel corteo, con la presenza di numerosi politici, fra cui Ignazio Cassis.

L’Associazione Helvetia Christiana da alcuni mesi, pare addirittura da dicembre, aveva chiesto al Municipio di Lugano di poter recitare un rosario. “Vogliamo manifestare contro il gay pride perché reputiamo che va contro il senso di rispetto. In primis per loro stessi in quanto creature umane; spesso si vedono scene poco morali, a cui assistono anche i bambini. Secondo me è un problema di decoro pubblico oltre che una questione religiosa. Non attacco le persone singole, che rispetto in quanto esseri umani, ma non condivido le loro opinioni, il loro modo di essere”, ha detto a TeleTicino il presidente dell’associazione. Marco Giglio. “È cristianofobia”.

Ma Lugano ha detto no. Questioni di opportunità, ovvero interesse pubblico generale e parità di trattamento. "Abbiamo fatto una valutazione della richiesta di Helvetia Christiana e, sulla base degli interessi in gioco, abbiamo deciso in senso negativo" spiega il sindaco di Lugano Marco Borradori alla RSI.

Scatenando le ire dell’associazione cattolica, le cui vicende hanno interessato l’UDC ticinese. Il quale medita di muoversi, con Alain Bühler, in Consiglio comunale, quanto meno interpellando il Municipio, e anche Marco Chiesa si è interessato della questione. Ritengono infatti che negare una forma di dissenso non sia corretto.
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