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27.12.2018 - 18:000
Aggiornamento: 20:07

Padroncini, tanto rumore per... quasi nulla

"Il mostro diventa un topolino", sostiene Galli di Avenir Suisse. E uno studio mostra come i numeri del fenomeno sono limitati. Il rapporto fontalieri-distaccati è di 20-1. "Se si irrigidiscono le misure, saranno sostituiti da frontalieri"

BELLINZONA – Quanto incidono realmente i lavoratori distaccati, quelli per cui per esempio era stato di fatto creato l’albo LIA nel nostro Cantone, poi abrogato, nel mercato del lavoro? Secondo uno studio di Avenir Suisse, molto poco. Anzi, il fenomeno viene ritenuto più importante di quello che è realmente.

Parlando di numeri, i titolari di un permesso di corta durata rappresentano nell’a costruzione l’1,7% rispetto agli occupati a tempo pieno. Nell’agricoltura sono l’1,4%, nell’albergheria-ristorazione l’1%, nella vendita al dettaglio lo 0,2% e nella sanità lo 0,1%. Numeri comunque bassi, che non devono allarmare.

Se è vero che essi sono aumentati negli anni, a partire dal 2007, è altresì corretto che sono cresciuti gli occupati in generale.

I cosiddetti padroncini, che chiedono un permesso per lavorare in Svizzera per pochi giorni, prestano la loro opera nel nostro paese per 9 milioni di ore, in pratica come 27'600 impieghi a tempo pieno. In percentuale, lo 0,7% di tutti gli impiegati del paese.

“L’interesse dato a questo segmento del mercato del lavoro è smisurato. Stiamo parlando di un fenomeno che corrisponde a meno dell’1% degli occupati. Per la precisione lo 0,7%. La discussione è viziata da questo tema, che non è essenziale per il futuro del nostro Paese”, spiega al Corriere del Ticino il docente di economia e impiegato di Avenir Suisse Giovanni Galli. 

E anche pensare a un accordo quadro da combattere solo per le misure sul tema è eccessivo, per lui. “È totalmente esagerato rispetto alla portata effettiva dei cambiamenti da adottare a livello delle misure di accompagnamento. Sono cambiamenti marginali: far passare la regola degli otto giorni a quattro. E come detto, l’economia non è più solo l’edilizia, nemmeno in Ticino. L’impiego va tutelato nel suo insieme”.

Per importare lavoro, ci sono altri modi: prima di tutto il frontalierato. “Tra essi e i distaccati parliamo di un rapporto di 20 a 1. Se dovessimo ancora irrigidire le misure di accompagnamento assisteremmo alla sostituzione dei distaccati con i frontalieri. Sono aspetti che tendono ad essere dimenticati”, aggiunge Galli, concludendo che “il mostro diventa un topolino”.

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