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08.06.2017 - 08:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Bertoli e l'altra faccia della medaglia. "L'accordo fiscale sarà una misura anti dumping. Il tempo per trovare le alternative era scaduto"

Il Ministro socialista, al contrario di Gobbi, è felice per il dietrofront sul casellario. "Se a Berna introducessero una regola nazionale, avremmo ottenuto come Tiicno due obiettivi"

BELLINZONA - "Mi sono trovato spesso anch'io in minoranza, senza farne un dramma". Manuele Bertoli vede il rovescio della medaglia della decisione riguardante il casellario giudiziario, e, parlando ai microfoni de La Regione e di tio.ch obietta alla visione furibonda di Norman Gobbi.

"Vede solo la parte del casellario, perché relativa al tema sicurezza, ma non vuole vedere i vantaggi di questo accordo fiscale", constata.

La questione, oltretutto, non è chiusa: "le richieste del Ticino sono ormai sul tavolo nazionale, che ha già aperto qualche porta sulle nostre richieste. Se alla fine si dovesse trovare una regola nazionale o un'alternativa che va nel senso di aumentare la sicurezza, avremmo ottenuto come Cantone due obiettivi".

L'accordo fiscale a suo avviso è troppo importante, e dunque non si è pìù pouto tetgiversare, rischiando altrimenti di compromettere anni di lavoro. L'Italia, a questo punto, deve firmare.

Per Bertoli, togliere l'obbligatorierà fungerà da misura anti dumping, diretta, "visto che parifica la fiscalità dei frontalieri con quella dei lavoratori impiegati in Italia".

D'altro canto, si aveva tempo fino a giugno per trovare un'alternativa, e il gong è scoccato. "L'unica soluzione possibile che abbiamo indivuduato è stata questa".
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