POLITICA
"È stato un pasticcio, ma i Consiglieri di Stato sono onesti". Il Gran Consiglio dice no a un ricorso contro il decreto di abbandono e a una CPI
Tutti concordi sulle conclusioni parziali presentate dalla Sottocommissione, che proseguirà i suoi lavori. Guerra: "I due leghisti pronti a ridare i soldi se non erano in regola". Pinoja: "non avevano motivo di dubitare". Denti riprende Pronzini, "anche lui fa parte della casta"
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Rimborsi, firmato un nuovo decreto di abbandono

09 MARZO 2018
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Rimborsi, firmato un nuovo decreto di abbandono

09 MARZO 2018
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Il rapporto dell'Ufficio Presidenziali sui rimborsi, "condividiamo l'idea che non ci sia stato dolo, nemmeno eventuale. Ma il Gran Consiglio ha collaborato con il Ministero"

13 MARZO 2018
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13 MARZO 2018
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I toni si alzano subito. Zali, "un'inchiesta teatrale". Agustoni, "i concittadini devono sentirsi avviliti, non Bertoli. Se voi...". Le criticità del rapporto della Sottocommissione

13 MARZO 2018
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13 MARZO 2018
BELLINZONA – Il Gran Consiglio non impugnerà il decreto di abbandono di John Noseda nel procedimento per i rimborsi (66 coloro che hanno votato no, solo 11 sì e una scheda bianca). Per i gruppi parlamentari, non è il caso: tutti parlano di negligenza, di errori, di confusione, ma non di colpe specifiche e penali del Governo.

Si sono succeduti gli interventi dei rappresentanti di ogni partito, e tutti più o meno hanno posto l’accento sul fatto che l’affaire rimborsi è nato da un pasticcio amministrativo, da problemi di comunicazione fra i vari attori, storture che andranno corrette, come è stato spiegato prima da Bacchetta-Cattori.

Nessuno ritiene che i Consiglieri di Stato od anche il Cancelliere abbiano preso volutamente dei soldi che non spettavano loro. Anzi, Michele Guerra ha sottolineato ancora una volta la disponibilità dei Ministri leghisti a restituire il maltolto, se ci fosse bisogno. Tutti sulla stessa lunghezza d’onda, insomma, con Pinoja che ha aggiunto come la colpa non possa andare ai recenti governanti, che non avevano motivo di cambiare una prassi su cui nessuno aveva nulla da ridire.

Critico, come sempre, Matteo Pronzini, che ha accusato il Consiglio di Stato di arroganza, ha usato la parola “ladri” e ha parlato di casta, redarguito poi da Denti, che gli ricordato come anche lui faccia parte del consesso che decide e vota, e lo ha pregato di abbassare i toni.

In ogni caso, non si impugnerà il decreto, e nemmeno è ritenuta necessaria una Commissione Parlamentare d’Inchiesta: la relazione, seppur parziale, della Sottocommissione della Gestione,  va bene, ed essa lo completerà, rispondendo poi alle domande nate nel mentre.

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