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25.06.2018 - 11:490

All'interno del Governo peace&love, col Parlamento… botte da orbi. Zali, "all'interno di noi cinque fiducia e possibilità per tutti, i deputati ci credono approfittatori o privilegiati"

Il Consigliere di Stato in un'intervista parla del clima all'interno del Governo, "ciascuno di noi deve avere la possibilità di far avanzare progetti. Complimenti a Bertoli. Quando chiese il blocco dei ristorni…". Attacca invece il Parlamento, "ha perso di vista il bene del paese. Pronzini comunista col Rolex"

BELLINZONA – Ottimi rapporti all’interno del Governo, dove contano le persone più che i partiti, tesi col Parlamento. In sintesi, è quello che emerge dalla lunga intervista al Corriere del Ticino rilasciata da Claudio Zali.

Partiamo dal Consiglio di Stato, riunioni con un clima che loda.  “Si è creato un clima di fiducia reciproca e si fa un buon lavoro in sede di preparazione all’interno dei dipartimenti. Le sedute durano meno di quelle di un passato non così remoto che mi è stato raccontato, con riunioni fiume a battagliare su tutto. Al nostro interno non viene messa in atto la logica dei veti incrociati, si dà fiducia a un collega che ha un progetto e lo vuole portare avanti. Si dibatte e si approfondisce, ma senza porre delle pregiudiziali per partito preso. Ogni collega deve avere di principio la possibilità di fare avanzare progetti, anche ambiziosi. È semmai il Parlamento, o in ultima istanza il voto popolare, a fare una selezione o ad aggiustare il tiro”, spiega.

E le diversità di visioni di partiti, visto che le polemiche fra i vertici spesso non mancano? “I n un Esecutivo contano in primo luogo le persone e il ruolo istituzionale, non il legame al partito”.
Spende poi parole di apprezzamento per Manuele Bertoli, svelando anche un retroscena legato al blocco dei ristorni. “Al nostro interno solo Manuele Bertoli si distingue per una linea di pensiero un po’ diversa. Nonostante ciò, gli riconosco – e mi complimento con lui – per la capacità di ricercare un compromesso, allineandosi con spirito collegiale pur partendo da una diversità ideologica. Credo che questo sia positivo per il Governo, ma anche per lui, che secondo me riesce così a portare a casa molto di più di quanto otterrebbe opponendosi sistematicamente ad ogni progetto dei colleghi. Bertoli da presidente (del Governo, ndr) aveva affrontato il tema (dell’utilizzo dei ristorni. ndr) con Ignazio Cassis e, sorprendendoci, aveva ventilato l’ipotesi del blocco”.

Chi aveva votato a favore, una volta, era Paolo Beltraminelli e Zali si augurava lo facesse di nuovo. Ma da qui a parlare di sconfitta cocente… “Ammetto che un pochino ci speravo, confidavo che un terzo collega sarebbe salito a bordo. Non è accaduto e non ne faccio un dramma. Posso capire e rispetto la linea negoziale che ha voluto adottare la maggioranza del Governo”.

Per quanto concerne i rapporti col Gran Consiglio, è tutta un’altra musica. “Il tempo dedicato, con perizie giuridiche e ipotesi di azione di risarcimento, ad un rimborso forfetario di 300 franchi mensili che non ci siamo attribuiti noi è il segnale inequivocabile che qualcosa non funziona. Dal mio punto di vista vuol dire avere perso di vista le priorità di un Paese. Si perdono mesi su una cosina, senza nemmeno decidere, trascurando lo Stato e i cittadini come centro delle priorità dell’azione politica. E dimenticando che il Consigliere di Stato non è un approfittatore o un privilegiato, ma una persona che si prodiga nell’interesse del Cantone”, attacca. “La questione dei rimborsi spese, con l’appendice di due infondati procedimenti penali, è storia recente. Stipendio, rimborsi spese, previdenza. Giro completo. Nello stesso tempo questo Governo ha rimesso in equilibrio i conti del Cantone e ha portato in Ticino circa 700 milioni di franchi supplementari di investimenti da parte della Confederazione. In un’azienda privata ci sarebbero forse gli estremi per attribuire un bonus (che nessuno chiede, sia ben chiaro), parte del Gran Consiglio sembra invece ritenerci dei privilegiati strapagati. Il che non è tra l’altro assolutamente vero né per rapporto agli stipendi dell’economia privata o parapubblica, né per rapporto ai colleghi degli altri Cantoni. Vero è semmai il contrario”, attacca, sottolineando come in privato tutti dicano che a fronte dell’impegno e delle responsabilità sono sottopagati ma poi non lo ammettono.

Hanno fatto rumore le sue battaglie con Pronzini, che Zali chiama “il comunista col Rolex”, scimmiottando Fedez e J Ax. Il problema, dice, sono i toni, ritenuti maleducati.
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