IL BLOG DI DON GIANFRANCO
Storie di barbarie: Satnam, lasciato morire in Lazio con un braccio dilaniato. Don Feliciani: "Questa è l'aria che respiriamo"
Da due anni lavorava con la moglie in un’azienda fantasma composta tutta da lavoratori stranieri, costretti praticamente a vivere come schiavi

di Don Gianfranco Feliciani

Invece di essere soccorso è stato abbandonato davanti alla sua abitazione con il braccio tranciato poggiato su una cassetta utilizzata per gli ortaggi. SATNAM SINGH, un bracciante indiano di 31 anni, lunedì scorso era rimasto coinvolto in un incidente sul lavoro in un’azienda nella periferia di Latina, nel Lazio. Aveva perso un braccio in un macchinario avvolgiplastica trainato da un trattore che gli aveva schiacciato anche gli arti inferiori. Dopo il grave infortunio, invece di essere soccorso, il giovane è stato caricato su un furgone e vigliaccamente abbandonato davanti alla sua casa. Scoperto poi dalla moglie disperata è stato trasportato all’ospedale dove è spirato due giorni dopo, al termine di una terribile agonia.

Satnam era venuto in Europa per costruirsi un futuro, in un Paese civile dove diritti e doveri, in teoria, sono garantiti; invece è morto a 31 anni come nella più barbara delle terre. Da due anni lavorava con la moglie in un’azienda fantasma composta tutta da lavoratori stranieri, costretti praticamente a vivere come schiavi. 4 euro all’ora, in una giornata lavorativa di 14 ore!

Ma come si fa a diventare crudeli fino a questo punto? Sono forse dei mostri queste persone capaci di azioni così disumane? Mi viene in mente HANNAH ARENDT (1906-1975), filosofa tedesca, e quella sua espressione divenuta celebre, “La banalità del male”, con la quale ha cercato di “spiegare” il mistero dei crimini compiuti dai nazisti contro gli Ebrei durante la seconda guerra mondiale. Nel pensiero della Arendt, il criminale nazista Adolf Eichmann, responsabile dell’organizzazione della soluzione finale, in conclusione non sarebbe altro che un uomo comune, superficiale e mediocre, incapace di pensare al valore morale dei propri atti, poiché completamente succube dell’ideologia dominante.

Restiamo esterrefatti quando sentiamo di ragazzi divenuti incapaci di distinguere tra un gesto d’amore e uno stupro, di uomini disperati che per la fine di una convivenza danno sfogo a violenze inaudite, e via dicendo. Ma questa purtroppo è l’aria che respiriamo. Dove può portare il materialismo, la bramosia di guadagno, una vita da sballo, se non nel disprezzo dell’uomo? Ed è una conseguenza così facile, così banale… “Signore, vieni a scuotere le nostre coscienze. Non dare pace alle coscienze sviate dei cattivi che sfruttano i poveri, ma tormentali con i rimorsi più insopportabili, fino a che ritrovino la via del pentimento. E fa che i buoni non restino tranquilli ascoltando il grido dei miseri, ma lottino con coraggio per il trionfo della giustizia e dell’amore”.

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