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Cronaca
14.02.2019 - 12:010

Se il Ticino bloccasse i ristorni, non avrebbe l'appoggio di Berna

Il Consiglio Federale risponde a Quadri: "Eventuali iniziative volte a sollecitare la firma dell'accordo parafato nel 2015 devono avvenire nel rispetto del quadro normativo vigente"

BERNA – Il Consiglio Federale è contrario al blocco dei ristorni, come si evince dalla risposta a un’interpellanza di Lorenzo Quadri. Meglio non usare il pugno duro bensì il dialogo.

D’altronde, fa notare l’Esecutivo, nell’incontro avvenuto con Cassis qualche tempo fa il Ministro Enzo Moavero Milanesi aveva detto che il suo paese avrebbe dato una risposta sulla firma dell’accordo parafato nel 2015: anche se ufficialmente a Berna non è arrivato nessun parere italiano sulla questione, i rumors degli ultimi giorni dicevano che sia la Lega che il Movimento 5 Stelle stanno ridiscutendo della questione, essendosi probabilmente resi conti che al momento attuale la bozza di accordo può andar bene a tutti. 

Pare che anche due delegazioni dei due paesi si siano incontrate.

Vista la lentezza italiana nel prendere una posizione, in vista anche delle elezioni europee, Quadri (ma non solo lui) aveva chiesto la denuncia dell’accordo in vigore, quello del 1974 e il blocco dei ristorni.

Se il Ticino decidesse di non versare il dovuto, non avrà l’appoggio di Berna, si capisce dalla risposta all’atto parlamentare. “Eventuali iniziative volte a sollecitare la firma dell’accordo parafato nel 2015 devono avvenire nel rispetto del quadro normativo vigente”, si legge.

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