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18.02.2019 - 15:310
Aggiornamento: 15:51

Scheurer, Blotti, Rainbow, Argo, Calore, i concorsi: il rapporto CPI cannoneggia tutti!

Pesantissimo intervento da parte di Michele Foletti, presidente della Commissione Parlamentare d'Inchiesta. "Pagati senza una base legale, solo per la sorveglianaz, 1 milione e 100mila franchi. E Scheurer sapeva che mancava la risoluzione"

BELLINZONA – Un caos senza precedenti, con date, nomi, contratti mai fatti. In aula in Gran Consiglio è approdato il rapporto della Commissione di Inchiesta parlamentare su Argo 1, ovvero sulla sorveglianza.

La lunga relazione del presidente Foletti ha ricostruito quanto successo e appurato in quasi un anno e mezzo.

“Da quando l’USSI doveva occuparsi dei richiedenti l’asilo, non era dotato di personale sufficiente. Carmela Fiorini disse che dovevano comprare loro stessi mutande e asciugamano per gli asilanti. Della sorveglianza di occupava Rainbow, a Madonna di Rei, ma Scheurer e Blotti non ne erano soddisfatti”, esordisce.

Ad agosto 2012 Marco Sansonetti inizia a lavorare per Rainbow a Bellinzona. Il 16 maggio 2013 scoppia il caos a Madonna di Re, con 4 pattuglie della Cantonale più un della Comunale che devono intervenire perché cinque persone hanno arrecato danni, gettando mobiglio dalle finestre. Il centro non fu più agibile, grazie ai direttori di DSS e DI si ottiene la protezione civile a Rivera. “Blotti ci disse che tirò lui i fili del telefono”, racconta Foletti. E la sorveglianza? “Se ne occupava ancora Rainbow, nostante lo scontento di Scheurer, con un mandato non più coperto dal 31 ottobre 2012 (siamo a maggio 2013)”.

Nell’estate del 2013 nasce Otenys SA, la futura Argo, a inizio settembre Sansonetti va a lavorare lì. E a Natale si presenta da Scheurer con un’offerta per la sorveglianza al centro di Rivera.

Intanto nasce il centro di Lodano. Foletti spiega: “Scheurer chiede a Rainbow di occuparsene, ma lì la sorveglianza deve essere 24 ore su 24 per 7 giorni, la società avrebbe problemi di personale e chiede di poter aver persone in prestito. Ma l’offerta è alta, Blotti lo dice a Scheuer: ecco una nuova offerta a 43,5 franchi orari, a patto di avere il mandato su Lodano, Rivera e Lumino che nascerà. Ma Scheurer chiama Sansonetti, domandandogli se l’offerta è ancora valida. E arriva l’offerta a 35 franchi orari. La Argo ha tre dipendenti autorizzati: Sansonetti, Grillo e un altro, ma Scheurer glielo dà lo stesso, poi arriva un quarto agente”.

E Rainbow? Non sente più nulla, non sa se continuare a fatturare 43,5 franchi all’ora. Carmela Fiorini dice loro di proseguire a fatturare 48 franchi all’ora, fino a fine 2015. .

“Blotti si è fidato di Scheurer, che non ha fatto verifiche. 2 dei 4 agenti, Grillo e Della Santa, non erano attivi. Non c'è un contratto e questo preoccupa Grillo. Noi della CPI siamo certi che Scheurer sapeva che non c’erano abbastanza agenti, ne siamo sicuri. Ma dice di no. Infatti la Polizia vede 2 agenti senza autorizzazione, allora Scheurer dice a Sansonetti di agire per avere la squadra adatta”.

Il 16 settembre 2014 arriva il contratto tra Argo e DSS, retroattivo da quando hanno cominciato sino al 31 dicembre. “Offerta migliore per qualità? Non abbiamo avuto modo di confrontarla con altri”, spiega Foletti. 

Il contratto fu rinnovato tacitamente, senza risoluzione. Tutti dissero che Argo aveva lavorato bene, sebbene per la CPI sette agenti non erano sufficienti. “Un azzardo avallato dal Consiglio di Stato”.

C’è poi la questione del contratto a Bruno Calore. Chi è? “Serviva una persona che si occupasse anche di pasti, visite mediche ecc, si trovò quella adatta in lui, allora in assistenza, assunto con un programma occupazionale. Ma essi hanno una durata limitata. Alla DASF lo fanno assumere da Argo che fattura stipendio a DASF, per aggirare il blocco del personale. A Sansonetti ciò non piaceva, voleva che il contratto di lavoro venisse controfirmato anche da Blotti e Scheuer per non avere Calore poi a libro paga”.

Foletti prosegue dicendo come Scheurer e Blotti chiamano Rainbow, ma mancava un contratto. Che si fanno mandare dal direttore della società, il quale presenta un contratto la cui disdetta richiede 6 mesi. Per questo, il DASF deve attendere a chiudere il centro di Rivera, poagando 48 franchi all’ora. “se non fosse che il contratto, dopo il cado Argo, viene trovato dall’USSI: con condizioni generali ben diverse! Se lo avessero trovato subito si sarebbe potuto chiudere Rivera e risparmiare”.

Di concorsi neppure l’ombra, perché se ne voleva creare uno unico per sorveglianza, pasti, altri servizi. Dei pasti per esempio si occupava Cavadini, che si lamenta addirittura di guadagnare troppo. Ma senza mai avere un contratto.

“Né l’emergenza né la provvisorietà giustificano tutto”, attacca Michele Foletti, che ricorda come i funzionari USSI dicevano di effettuare controlli regolari ad Argo: in realtà erano sporadici e annunciati. “Siamo convinti che Blotti e Scheurer sapevano che mancava una risoluzione, infatti poi Scheurer lo ammette ritrattando tutto. Non è vero che nessuno ci aveva pensato, non è vero che si parlava di fare un concorso, sapevano che quello che spendevano non aveva base legale: non solo per Argo ma già per Rainbow, dal 27 luglio 2012 al 27 luglio 2015. Totale? 1 milione e 100mila franchi, solo nella sicurezza, pagati senza base legale. Nessuno ha mai inserito nulla nel gestionale delle Commesse pubbliche. Mai nessuno ha avuto l’impressione che si spendeva così, senza base”.

Insomma, un quadro che pesa. Ora parola ai capogruppi.

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