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Cronaca
24.04.2017 - 11:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

"Voglio unire i francesi. L'Europa siamo noi, e ha bisogno di noi, le frontiere sono quelle europee". Ecco Macron, l'outsider che ora sfida la Le Pen

In pochi scommettevano sul 39enne che ha fondato un suo movimento, invece ha ricevuto più voti di tutti, da destra e da sinistra. Scopriamo chi è

PARIGI – Gli avevano detto che era troppo giovane per candidarsi e che avrebbe dovuto attendere, mettersi in lista. A Emmanuel Macron questo non è piaciuto, e non ci ha pensato due volte a lasciare i socialisti e a fondare un suo movimento, “En marche!”.

È lui l’uomo del giorno, colui che sfiderà Marine Le Pen al ballottaggio per le presidenziali francesi. I due hanno battuto tutti, segnando la fine del periodo Hollande e sconfiggendo i partiti tradizionali, i gaullisti di Fillon e gli stessi socialisti di Hamon, umiliati con solo il 6% dei voti. Macron ha rosicchiato di certo consensi, anche se il suo intento è prendere voti a destra e a sinistra, mentre la Le Pen del Front National, con un programma che vuole combattere l’immigrazione e, perché no, uscire dall’UE, ha rosicchiato temi e battaglie dei gaullisti.

Due nomi nuovi, dunque, per la Francia del prossimo futuro, anche se Marine Le Pen di fatto non lo è: figlia d’arte, è stata una delle grandi protagoniste del dibattito, e ha forse creduto di poter trarre vantaggio dall’attentato di settimana scorsa, facendo leva sulle paure del connazionali.

Davanti a lei c’è però Macron, Ministro dell’economia di Hollande. Ha 39 anni ed è un ottimo oratore.

Da che parte sta, politicamente? Lui stesso si definisce in tre modi, liberale di centrosinistra, centrista e moderato.

Entrando nel suo credo, si ritiene un “progressista liberale” in economia, ma è di sinistra sulle questioni sociali: parla della libertà di praticare ognuno la propria religione in uno stato laico e dice che non bisogna cedere a coloro “che promuovono l’esclusione, l’odio o la chiusura in noi stessi”.  Si rivolge ai giovani e al “campo progressista” degli elettori e delle elettrici che non si identificano in modo monolitico né con la destra né con la sinistra: si rivolge a ecologisti, liberali, centristi, socialdemocratici, ma soprattutto a chi non sente di avere un’affiliazione politica precisa. Vuole rilanciare lo spirito imprenditoriale del paese, desidera puntare sul lavoro pur agevolando le imprese e non intende abbassare i sussidi di disoccupazione. Il ceto medio è a suo avviso quello che necessita di maggior sostegno, avendo pagato il prezzo della globalizzazione.

Innovativa  per certi versi la sua idea di differenziare l’età di pensionamento a seconda delle carriere, un tema che ogni tanto spunta, anche in Svizzera,  ma che nessuno ha mai attuato..

E per quanto riguarda l’UE? Se la Le Pen non vede l’ora di lasciarla, Macron ritiene che "l'Europa siamo noi e Bruxxles ha bisogno di noi". La vera sovranità, secondo lui, non è nazionale ma europea.

Uno dei suoi slogan è “voglio unire non destra e sinistra, ma i francesi”. Pensa che i blocchi partitici abbiano ingessato la politica, finendo per non fare gli interessi del popolo bensì di sé stessi.

Ora, dopo essersi dimesso ad agosto 2016 dal Governo, rischia di rientrare dalla porta principale dell’Eliseo. In pochi scommettevano su di lui, adesso potrebbe accaparrarsi i voti di chi non vuole Marine Le Pen alla guida del paese.
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