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Cronaca
19.10.2017 - 13:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Unia dice la sua, "altro che infiltrati, questa è una macchina del fango, con interessi politici convergenti"

Oswaldo Formato conferma che tre lavoratori di Argo si siano rivolti a lui. "Non penso che l'ex amministratore e l'ex responsabile abbiano il potere di condizionare le scelte del Corriere del Ticino". Intanto, nelle buste paga della ditta c'era il 30% in meno di quanto dovuto

BELLINZONA – Unia si difende, prende posizione, spiega. Dopo quanto scritto ieri dal Corriere del Ticino in merito a un presunto infiltrato nella Argo 1, aveva diramato un comunicato, il cui passaggio più importante era “i lavoratori di Argo 1 che vengono citati e che sono all'origine dell'inchiesta penale avviata dal Ministero pubblico non sono degli “infiltrati”, ma delle persone che si sono rivolte al sindacato per denunciare i soprusi di cui erano vittime e che in seguito sono state sostenute dallo stesso sindacato nella coraggiosa azione di denuncia dei fatti presso la magistratura”.

Oggi dalle colonne de La Regione il sindacalista che si è occupato della vicenda, citato anche da Falò, ovvero Oswaldo Formato, ha voluto dire la sua. Unia, ha spiegato, si occupa di Argo 1 sin dal momento della nascita dell’agenzia privata di sicurezza, e da subito qualcosa puzza di bruciato. “Tutti gli agenti erano stati assunti con un contratto C, che prevede un massimo di 900 ore all’anno”. Termini impossibili da rispettare per le attività di Argo, e Unia la denuncia per due anni di fila alla Commissione paritetica.

Poi arrivano i primi lavoratori. Formato precisa che sono tre, e che fra loro ci sono Mario Morini, il lavoratore citato ieri dal Corriere e un altro agente. “Mi hanno parlato di lavoro in nero, di mancati rimborsi, spese per le trasferte, ma anche del giovane richiedente l’asilo ammanettato per delle ore al palo della doccia al centro d’accoglienza di Camorino sorvegliato da Argo 1”. Parte una denuncia al Ministero Pubblico: pochi giorni dopo, il blitz della Polizia Federale farà partire il caso dell’anno.
Comunque, nessun infiltrato. “Esso viene pagato da qualcuno perché sotto copertura raccolga in un determinato contesto delle informazioni e riferisca a chi lo ha assoldato. Unia però non ha pagato e non paga nessuno”.

Perché, quindi, l’attacco? Formato non ha dubbi, “la macchina del fango”. Chi c’è dietro? “L’ex amministratore e l’ex responsabile operativo di Argo 1 hanno avuto accesso agli atti dell’inchiesta penale ma non credo siano così potenti da condizionare le scelte del CdT. Sono piuttosto dell’idea, anzi ne sono convinto, che dietro a questa macchina del fango ci siano degli interessi politici convergenti”.

Nel frattempo, è stato accertato che tra quanto promesso in fatto di stipendi e quanto ricevuto davvero in busta paga dagli ex agenti Argo 1 c’è una differenza del 30%. Qualcosa è stato pagato in nero, ma la differenza, per Unia, rimane abissale. Si delinea quindi il reato di usura, e l’Istituto della Assicurazioni sociali si costituirà parte civile/accusatore privato.
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