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03.10.2017 - 18:240
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

"Una commissione d'inchiesta per mostrare un volto nuovo della politica", chiede il Partito Comunista. "E sulle agenzie di sicurezza noi avevamo detto..."

I comunisti ritengono che una commissione esterna avrebbe "le mani legate su troppi aspetti e rischierebbe solo di far perdere tempo", e serve anche che "il servizio di controllo interno sia reintrodotto come strumento atto a evitare fenomeni di corruzione. E gli atti di Ay..."

BELLINZONA - L'immagine della politica è ormai danneggiata, almeno di questa classe politica. e una commissione di inchiesta parlamentare, sempre che la Vigilanza dia il via libera (dunque l'iter non è brevissimo), è un modo per rinfrescare il suo volto. È l'opinione del Partito Comunista, che come hanno fatto nei giorni precedenti altri movimenti, si esprime sul caso Argo 1.

"Nell’attuale clima di anti-politica dilagante e di crisi sociale, la credibilità delle istituzioni democratiche sarebbe quanto mai necessaria. Purtroppo, invece, la vicenda “Argo 1”, assumendo ogni giorno contorni più inquietati, getta ombre su tutta l’amministrazione cantonale e crea sfiducia nelle istituzioni pubbliche. Al posto del carosello di slogan e di dichiarazioni, occorre ora iniziare piuttosto a capire cosa è realmente successo e a trovare quindi delle soluzioni", si legge nella nota.

"Per questo occorre costituire una commissione parlamentare di inchiesta (e non una commissione esterna che avrebbe le mani legate su troppi aspetti e che rischierebbe solo di far perdere altro tempo): essa non deve far luce unicamente su quanto avvenuto, ma avrà anche la missione implicita di mostrare un volto nuovo e onesto della politica! Oltre a ciò bisogna che il servizio di controllo interno come strumento atto a evitare fenomeni di corruzione sia reintrodotto", sono le richieste. 

Il PC si era occupato del tema delle agenzie di sicurezza, con mozioni del deputato Massimiliano Ay inerenti la formazione degli agenti e il divieto di far capo a tali agenzie in ambiti sensibili (come il settore dei centri per richiedenti l’asilo), che però "hanno ricevuto risposte troppo deboli, quasi a banalizzare il problema!". Dunque, i comunisti si augurano che le commissioni prendano sul serio gli atti e che il Parlamento voti a favore "dell’iniziativa parlamentare del Partito Comunista che vieta ai municipi di esternalizzare a ditte di sicurezza privata l’esecuzione di atti di autorità di competenza della forza pubblica". 
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