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24.02.2018 - 09:550
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Rimborsi, in Procura atto secondo: Noseda riapre le indagini!

Nuova documentazione sarebbe arrivata sul tavolo del Procuratore Generale, che ha così riaperto il dossier (dopo aver firmato un decreto d'abbandono). Intanto l'Ufficio Presidenziale risponde al Governo, sottolineando che diversi rimborsi, dal cellulare ai due mesi di salario extra, non hanno base legale

BELLINZONA – Siamo ormai in pieno clima rimborsopoli! Il caso dei rimborsi ai Ministri tiene banco, e non è detto che non ci siano novità anche dal profilo penale: John Noseda ha infatti riaperto l’inchiesta.

Il motivo? Sarebbe arrivata nuova documentazione, come anticipa La Regione, anche se il Procuratore non rilascia dichiarazioni.

Nel frattempo, l’Ufficio Presidenziale ha risposto alla missiva del Governo, il quale diceva, in sostanza, che in attesa di aggiornare tutto quanto riguarda lo spinoso tema, avrebbe proseguito come prima, se non avesse avuto niente in contrario. Già dalle reazioni dei capogruppo, si è capito che più o meno tutti avevano qualcosa in contrario, a eccezione dei liberali, e Pronzini aveva indirizzato all’UP una lettera chiedendo la sospensione immediata dei rimborsi.

Lo stesso UP ha appunto scritto al Consiglio di Stato. Ritiene valida un’unica nota protocollare, mentre l’altra, quella che in soldoni prevede per ogni consigliere, 300 franchi al mese per le spese telefoniche, due mesi di salario extra e un dono non soggetto a imposta del valore fino a 10’000 franchi, è attualmente senza base legale, e lo fa notare. Quindi, l’Ufficio Presidenziale non domanda la sospensione di questi rimborsi, ma neppure incoraggia a continuare a elargirli, e insiste sulla necessità di trovare una soluzione in tempi brevi a un caso che, scoppiato dopo delle domande di Pronzini, è scappato di mano a tutti.
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