Il piccolo, undici mesi, vive attaccato a delle macchine da febbraio in un ospedale pediatrico, affetto dalla sindrome di deplezione del dna. Non vede, non sente, e non si vedono possibilità di miglioramento, sostengono i medici che lo hanno in cura, che perciò hanno deciso di staccare le macchine che lo tengono in vita. I genitori si oppongono, e avevano raccolto molti soldi per poterlo portare negli Stati Uniti per sottoporlo a una terapia sperimentale.