"Il nostro splendido bambino se ne è andato", ha detto la mamma. Il piccolo aveva una malattia riscontrata in soli 16 casi al mondo. L'ospedale si unisce al cordoglio, dopo la lunga battaglia, e anche Papa Francesco e la May gli dedicano un pensiero
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LONDRA - Charlie se ne è andato. I suoi genitori hanno lottato sino all'ultimo, cercando di portarlo dall'altra parte del mondo per dargli una speranza, senza ascoltare chi li accusava di accanimento terapeutico. Dopo essersi arresi, perché ormai era troppo tardi, hanno chiesto di portarlo a casa a morire. Non hanno potuto farlo, ma gli sono rimasti a fianco ogni momenti di questi tristissimi 11 mesi.
Charlie avrebbe compiuto un anno a inizio agosto, non è riuscito a spegnere la prima candelina. Mentre il mondo parlava di lui, dividendosi e commuovendosi, lui ha passato la sua interezza della sua breve vita in una lettino d'ospedale, circondato da macchinari che lo tenevano in vita, e dall'amore dei suoi.
È stata la mamma ad annunciare che era stato fatto ciò che aveva deciso l'Alta Corte, ovvero staccare le spine. Non ne ha parlato, ha solamente detto "il nostro splendido bambino se ne è andato", una frase semplice e piena di dolore.
Il piccolo era affetto da sindrome da deplezione mitocondriale, una malattia riscontrata in sole 16 persone al mondo. Negli Stati Uniti sarebbero stati disposti a tentare una cura sperimentale, la battaglia legale fra la famiglia e l'ospedale ha fatto sì che fosse troppo tardi, e se prima c'era una fiammella, poi sarebbe stato tutto inutile.
L'ospedale si è unito al dolore della famiglia, perché ora non è più tempo di lottare, ma di piangere Charlie. Fra i molti a dedicargli un pensiero, anche Papa Francesco e la premier Theresa May.
In ogni caso, la cura protocollare che si stava mettendo a punto potrebbe un giorno servire a qualcun'altro, anche se la gioia più grande sarebbe non vedere altri piccoli Charlie, così piccoli e così malati.
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